DISABILI DISCRIMINATI NELLE CITTA’ NON ACCESSIBILI: BASTA BARRIERE!!
Una parte della popolazione italiana, circa quattro milioni di cittadini, è formata da persone disabili che quotidianamente devono affrontare barriere fisiche e culturali che rendono complesse anche le azioni più semplici. Come ormai ben sappiamo la disabilità consiste nella condizione personale di colui che, a causa di menomazioni o minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali, congenite o acquisite, ha una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale.
Ne consegue che il disabile è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane, e spesso si trova in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale; i disabili, come è noto, incontrano quotidianamente delle barriere attitudinali ed ambientali, le quali possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di parità ed uguaglianza con gli altri individui.
Con il termine barriere architettoniche si indicano tutti gli ostacoli (scale, porte strette, marciapiedi senza rampe) che non permettono la completa mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita, temporaneamente o permanentemente.
Sono barriere anche gli ostacoli costituiti dall'ubicazione dell'abitazione, della sede di lavoro (c.d. barriere di localizzazione, che costringono a compiere a piedi lunghi percorsi), nonché con gli ostacoli che rendono scarsamente conoscibili l'ubicazione degli edifici di uso pubblico (c.d. barriere percettive). Il concetto di barriera quindi è molto ampio e comprende anche ad esempio le “attrezzature o componenti”, ovvero gli arredi e qualsiasi altro componente o attrezzatura indispensabile per la fruibilità degli ambienti.
La loro presenza può impedire, a quanti hanno difficoltà motorie o sensoriali, di uscire da casa, di andare a scuola o al lavoro, di stare con gli altri.
Affinché le persone con disabilità possano vivere in maniera indipendente, nonché partecipare attivamente alla vita sociale, le istituzioni hanno l’onere di eliminare ostacoli e barriere all’accessibilità “fisica” dei disabili negli edifici, trasporti, scuole, strutture sanitarie, luoghi di lavoro ed, in generale, di tutti i luoghi aperti al pubblico; inoltre, lo Stato deve mettere a disposizione delle persone con disabilità forme di aiuto e servizi di mediazione per agevolare le relazioni sociali, quali guide, animali addestrati, esperti nel linguaggio dei segni, nonché per rendere possibile l’apprendimento scolastico, attraverso efficaci misure di supporto individualizzato.
Se le barriere architettoniche (ossia gli elementi che impediscono o limitano o rendano difficoltosa la fruizione di spazi, edifici, strutture) rappresentano un limite alla tua libertà di movimento è possibile, non solo richiedere la rimozione dell'ostacolo, ma anche un risarcimento del danno subito.
Infatti, la legge 67/2006 stabilisce che sussiste una discriminazione quando una persona disabile è trattata meno favorevolmente o non analogamente a quella non disabile e quando situazioni apparentemente neutre pongono la persona disabile in una condizione di svantaggio rispetto agli altri.
L'autore della discriminazione è tenuto non solo a rimuovere "l'ostacolo" ma anche a risarcire il danno patrimoniale e non patrimoniale alla persona a cui è stato negato o limitato il diritto
Nonostante l’esistenza di leggi ben precise e di una campagna di sensibilizzazione in crescita (basti pensare ai servizi realizzati da Striscia la Notizia sui parcheggi per disabili occupati abusivamente), i casi di barriere architettoniche che impediscolo la piena accessibilità e rispetto alle quali i cittadini disabili si sentono discriminati sono moltissimi, e quotidianamente arrivano segnalazioni al nostro numero verde.
Tra i tanti ci pare il caso ricordare quello di una farmacia comunale in un Comune calabrese, accessibile solo mediante una ripida scala. Nonostante le lamentele dei cittadini con problemi motori ( spesso non necessariamente disabili ma semplicemente anziani), non è stato realizzato uno scivolo o una rampa per consentire l’accesso, e per questo il numero verde di Anmic è sembrato l’ultima sperana. Abbiamo provvveduto immediatamente a scrivere al Comune interessato mettendoci in contatto con gli uffici competenti e speriamo di riuscire a risolvere il problema a breve.
Altra questione ha riguardato un disabile toscano, impossibilitato ad uscire di casa con la propria sedia a ruote perché il marciapiede di fronte alla propria abitazione è completamente sconnesso e non transitabile. Anche in questo caso le rimostranze dirette della persona sono stae inutili, perché spesso le Amministrazioni pubbliche fanno orecchi da mercante quando i dosabili si muovono da soli.. Abbiamo seguito il caso, individuato il soggetto competente (spesso i Comuni assegnano questi lavori ad aziende esterne ecc…) e siamo riusciti a far mettere in agenda i lavori in tempi brevi.
Due piccole storie di problemi risolti, ma certamente due gocce in un mare di indifferenza. Noi coninuiamo a lavorare, nella speranza di fornire un servizio utile a chi da solo non riesce a farsi sentire: inviateci le vostre segnalazioni e saremo al vostro fianco!