Abbiamo bisogno di voi per fare giustizia

Dobbiamo garantire ai disabili accesso e parità di trattamento anche nei luoghi di svago: nei cinema nei teatri, allo stadio

E’ ormai operativo da tempo il numero verde dell’Ufficio Antidiscriminazione Anmic, e la relativa mail attraverso la quale le persone con disabilità possono chiedere aiuto e segnalare le discriminazioni di cui sono vittime. Tra le tante segnalazioni, troppe (soprattutto in tema di discriminazioni sul lavoro, nella scuola, accessibilità…) ne sono giunte in questi ultimi giorni alcune riguardano le problematiche che attengono al tempo libero.

Si, perché i disabili, anche se qualcuno ancora non l’ha capito, hanno e vogliono avere una vita di relazione, vanno in vacanza, godono di arte e cultura e visitano mostre, vanno a teatro, vanno a manifestazioni sportive. Purtroppo ciò non avviene sempre con facilità, perché nel nostro Paese le barriere culturali si confermano ancora più difficili da abbattere di quelle fisiche.

E per questo, come ci segnala un nostro iscritto, una persona con disabilità non può ad esempio effettuare la prenotazione di un biglietto per assistere ad uno spettacolo presso il Teatro di Firenze. Pubblichiamo di seguito la sua segnalazione.

“Con la presente sono a segnalarvi un assurdo impedimento burocratico con cui mi si nega un diritto dovuto. Essendo disabile e titolare della legge 104, iscritta all’ Anmic di Lucca, ho fatto richiesta alla biglietteria del Teatro dell’Opera di Firenze di tre biglietti con la riduzione per disabili.

Per la seconda volta ho avuto un rifiuto in quanto dovrei consegnare, personalmente o con delega, la documentazione di disabile; mi hanno detto che tale documentazione non poteva essere inviata per Fax o email, per motivi di privacy. Faccio presente che, oltre ad essere disabile, abito a Forte dei Marmi e risulta pertanto oneroso e scomodo consegnare la documentazione di persona. E’ paradossale poi il fatto che abbia usufruito altre volte della riduzione per disabili presso il teatro suddetto, avendo già a suo tempo presentato la completa documentazione che risulta nel loro archivio. A riprova di quanto sostenuto, allego un biglietto regolarmente scontato”.

Quindi secondo quanto stabilito dal Teatro di Firenze, per prenotare un biglietto per disabili, con diritto all’ accompagnatore, o con diritto ad occupare gli spazi riservati alle carrozzine ecc.., la persona con disabilità deve recarsi allo sportello della biglietteria “per far vedere” la propria disabilità. Sennò niente. Inutili finora i nostri appelli, per spiegare che in questo modo si costringe al disabile a fare non uno ma due viaggi: uno per premunirsi di un biglietto e l’altro per vedere lo spettacolo. Questa regola risulta discriminatoria verso i disabili rispetto al trattamento riservato agli altri spettatori, che invece possono effettuare la prenotazione on line.

Ci viene risposto che è un problema di privacy. Ma il disabile che prenota il biglietto inviando la propria attestazione di handicap ben potrebbe anche inviare una liberatoria già predisposta dal teatro (magari scaricabile dal sito) per il trattamento dei propri dati sensibili. Oppure prenotare il biglietto on line e poi mostrare l’attestazione della propria disabilità al momento del materiale ritiro, la sera dello spettacolo. Il caso del Teatro di Firenze purtroppo non è isolato, basta andare in rete per vedere simili appelli e denuncie da parte di disabili e genitori.

E’ di un po’ di tempo fa la vicenda, sollevata anche in quel caso da un’associazione disabili, che vide protagonista una ragazza con grave disabilità in carrozzina allontanata dal Teatro della Scala. Dal resoconto della madre, recatasi con la figlia presso lo storico teatro milanese insieme alla classe per partecipare ad una uscita scolastica già programmata da tempo, risulta che al momento dell’ingresso la responsabile del coordinamento tra la Scala e le scuole abbia fatto presente che, essendo disponibili solo due posti riservati alle carrozzine, sarebbe stato meglio avvisare della presenza di una carrozzina per evitare di essere respinti per mancanza di posti. Ma anche una volta fatta accomodare nello spazio riservato alle carrozzine, fu verificato che lo spazio non era adeguato, in quanto era posto in fondo alla sala (non consentendo una visione insieme ai suoi compagni) ed inoltre presentava una pendenza che non consentiva alla carrozzina di rimanere in una posizione bilanciata e quindi sicura. Il Teatro si è difeso sostenendo che queste posizioni dei posti riservati sono imposte da esigenze di sicurezza e da prescrizioni della Sovrintendenza alle Belle Arti e quindi di fronte ad una causa di giustificazione al divieto di discriminazione per motivi di disabilità.

La stessa difficoltà di rispetto delle normative è ormai da anni evidenziata ai disabili pisani che chiedono di potersi recare allo stadio per vedere le partite della squadra del cuore nella tribuna coperta, insieme agli altri tifosi, anziché relegati in una sorta di tribunetta ad hoc, scoperta e soprattutto staccata rispetto al resto delle tribune, in cui le persone che si trovano in sedia a ruote vengono relegati, senza la possibilità di condividere la visione insieme agli altri tifosi.

O è ancora il caso di un signore in carrozzina di Reggio Emilia che si è rivolto al Tribunale, ed ha vinto la causa contro un ente gestore di un multisala che gli aveva imposto di accomodarsi nella prima fila della sala, sotto lo schermo, dove erano situati i posti riservati, nonostante il cinema fosse praticamente vuoto.

Il caso è molto interessante in quanto in primo grado questo signore si era visto rigettare il ricorso. Non contento delle motivazioni del primo giudice, ha proposto reclamo riuscendo ad ottenere un provvedimento con cui l’autorità giudiziaria, dopo aver accertato la discriminazione indiretta, ha ordinato alla società di gestione della multisala la cessazione del comportamento discriminatorio, condannandola ad eseguire le opere necessarie a consentire agli spettatori in carrozzina di poter godere delle proiezioni nello stesso modo e con la stessa visuale degli altri spettatori.

Il Tribunale di Reggio Emilia, pur tenendo conto dei principi espressi dalla Corte Costituzionale in tema di tutela della sicurezza, ha evidenziato come nel caso di specie fosse possibile apportare e pretendere dal proprietario del cinema un c.d. “accomodamento ragionevole”, ovvero un adeguamento che andasse incontro alle esigenze delle persone con problemi motori e che nello stesso tempo non fosse irragionevolmente costoso per l’ente gestore.

Proprio per dare voce a chi subisce queste discriminazioni l’Anmic ha creato presso la sede nazionale un Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione della discriminazione delle persone con disabilità, con la funzione di garantire l’effettività del principio di parità di trattamento fra le persone, di vigilare sull'operatività degli strumenti di tutela vigenti contro le discriminazioni e di contribuire a rimuovere le discriminazioni delle persone con disabilità.

Se siete vittime di discriminazioni, magari proprio nell’ accesso ai teatri, ai cinema, ai luoghi di svago, telefonate al numero 800572775 o inviate una mail a antidiscriminazione@anmic.it

E’ proprio attraverso le vostre segnalazioni che potremo fare una mappa delle inciviltà e sollevare le questioni che più ci stanno a cuore: una voce può andare persa, ma uniti in un coro è impossibile non essere ascoltati.